Gli spaghetti rappresentano senza dubbio il formato di pasta più apprezzato e diffuso a livello globale. È quasi impensabile non avere almeno una confezione di spaghetti nella propria dispensa, così come è difficile non saperli cucinare secondo i propri gusti o le tradizioni familiari. Questa versatilità li rende protagonisti di una ricetta capace di mettere d’accordo tutti. Ma da dove nasce questa popolarità?
Chi ha inventato gli spaghetti?
Attorno agli spaghetti circolano numerose leggende e racconti. La versione più nota attribuisce a Marco Polo il merito di averli portati dalla Cina in Italia. Tuttavia, le ricerche storiche suggeriscono una realtà diversa: furono probabilmente gli Arabi a introdurre la pasta in Italia, e in particolare in Sicilia.

Proprio in Sicilia, infatti, ebbe inizio la produzione artigianale e successivamente industriale della pasta secca. Documenti storici attestano che da questa regione la pasta si diffuse progressivamente anche in altre aree d’Italia e nelle zone limitrofe, contribuendo alla sua popolarità.
Un esempio significativo è la Calabria, ma la diffusione della pasta coinvolse molte altre regioni. Se oggi la pasta è conosciuta e amata in tutto il mondo, lo si deve anche a questo processo di espansione partito dalla Sicilia, smentendo così molte delle leggende più comuni sull’origine degli spaghetti.
Perché si chiamano spaghetti?
Non esiste una risposta univoca sull’origine del termine, ma sappiamo che la parola “spaghetti” fece il suo ingresso ufficiale nel dizionario della lingua italiana nel 1819. Prima di allora, la pasta lunga era generalmente chiamata “maccherone”. Ancora oggi, in alcune regioni italiane, questo termine viene utilizzato con significati diversi a seconda delle tradizioni locali.

È plausibile che il nome “spaghetto” derivi dalla parola “spago”, per via della somiglianza nella forma lunga e sottile. Da qui nasce il termine che tutti conosciamo e utilizziamo quotidianamente, ormai entrato a pieno titolo nel lessico comune.
Tradizionalmente, gli spaghetti sono lunghi circa 25 centimetri, anche se in origine potevano raggiungere i 50 centimetri. La lunghezza fu successivamente ridotta per motivi di praticità, facilitando così sia la cottura che il consumo.
Gli spaghetti si mangiavano con le mani?
Una delle differenze più curiose tra il passato e il presente riguarda il modo di consumare gli spaghetti. Per molti anni, infatti, era consuetudine mangiarli con le mani. Esistono testimonianze storiche e fotografiche che documentano questa abitudine, segno del profondo legame tra gli italiani e questo tipo di pasta.

Nonostante la forchetta fosse già conosciuta, la sua forma originaria, con tre punte affilate, non era adatta ad avvolgere la pasta lunga. Per questo motivo, mangiare gli spaghetti con le mani risultava più semplice e pratico. Solo con l’introduzione della forchetta moderna, dotata di quattro rebbi, questa pratica è gradualmente scomparsa, lasciando spazio a un consumo più elegante e igienico, oggi universalmente adottato.
Oggi, mangiare gli spaghetti con le mani è considerato fuori luogo e la tradizione si è completamente persa, sia tra le classi aristocratiche che tra la gente comune.
Gli spaghetti rendono felici
Al di là della loro storia affascinante, gli spaghetti – come i carboidrati in generale – hanno la capacità di regalare felicità. Questo alimento svolge un ruolo speciale, anche dal punto di vista emotivo, nella vita di molte persone. Forse è anche per questo che gli spaghetti occupano un posto di rilievo nella nostra alimentazione quotidiana.

Diversi studi hanno confermato che la pasta è in grado di mettere d’accordo tutti, risultando il pasto preferito sia dal punto di vista emotivo che mnemonico. Consumare un piatto di pasta è spesso associato a ricordi felici, talvolta legati alla famiglia e ai momenti di convivialità. L’assaggio, in particolare, rappresenta la fase più intensa e gratificante.
In conclusione, è indubbio che gli spaghetti – e la pasta in generale – siano un alimento irrinunciabile. Naturalmente, è importante rispettare le porzioni consigliate, soprattutto in presenza di specifiche esigenze o condizioni di salute. Tuttavia, per concedersi un momento di gioia e benessere, la pasta non dovrebbe mai mancare sulla nostra tavola.